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Fedi di credito, ricevute di deposito, biglietto di Stato e Biglietti Banca: la Cartamoneta.

La cartamoneta è una branca della numismatica che fino a pochi anni fa era seguita da non molti appassionati; negli ultimi anni il continuo interesse di nuovi e vecchi collezionisti, nuovi manuali e libri sul mercato hanno provocato una vera febbre del collezionismo della cartamoneta.

Incominceremo con alcuni cenni storici, con la partizione numismatica e su come collezionare ed acquistare cartamoneta.

Come per le monete, gli storici non sono concordi sul luogo e l’epoca a cui risalgono le prime fedi di credito e biglietti banca; le fedi di credito e le ricevute di deposito dovrebbero risalire al IX – X secolo d. C. ; venivano emesse da banche o banchieri privati e circolarono con girata anche tra i clienti, data la necessità di spostare del denaro ed avere contemporaneamente meno peso delle monete metalliche e la possibilità di occultare meglio il titolo cartaceo per salvarlo dai frequenti attacchi di briganti.

Il biglietto banca è un buono emesso da una banca autorizzata e che si obbliga a pagare a vista ed al portatore la somma scritta; quando tale titolo viene emesso dalla stato tramite una banca si chiama Biglietto di stato.

Questa evoluzione dalle fedi di credito si pensa risalga in Europa vero il 1650 e nei 2 secoli successivi ci saranno cambiamenti sia legislativi che tipografici, che porteranno la banconota all’inizio del XX secolo nella forma e negli aspetti giuridici, che tutt’oggi conosciamo e maneggiamo tutti i giorni.

Non vogliamo addentrarci nella storia, nel controllo legale, nelle bancarotte che seguirono l’evoluzione del biglietto, demandando a testi appropriati l’appassionato.

Diamo solo una cronistoria della cartamoneta in Italia che inizia a Genova nel 1844 e a Torino nel 1847 con la nascita delle prime banche di emissione, che fuse nel 1849 diedero vita alla Banca Nazionale Sarda; nacquero poi laBanca Nazionale Toscana e laBanca dello Stato Pontificio, mentre in meridione c’erano ilBanco di Napoli e ilbanco di Sicilia.

Nel 1895 per risanare una situazione disordinata ed economicamente fallimentare di alcune banche, specie nel meridione, venne istituita la Banca d’Italia; i capisaldi della nuova riforma furono: limitazione della facoltà di emissione di biglietti, tetto massimo di circolazione, una riserva proporzionale del 40 % del metallo posseduto, divieto di operazioni rischiose e controllo sulle medesime. Questo sistema rimase valido fino al 1926 quando la Banca d’Italia accentrò su di se la facoltà di emissione.

Nel mezzo di queste emissioni occorre ricordare che vennero emessi assegnati, biglietti di moneta, miniassegni, buoni e moneta d’emergenza; queste emissioni  emesse in particolari momenti e per ambito limitato sono molto  collezionate; ricordiamo  i buoni dei prigionieri di guerra, i mini assegni italiani degli anni ’70, ecc.

Come collezionare

La raccolta e la collezione di banconote si differenzia da quella delle monete metalliche non solo per il diverso materiale ma per vari fattori non ultimo la possibilità che la plastica che deve proteggere la banconota possa attaccare con componenti chimici la carta con immaginabili conseguenze. In queste righe daremo qualche suggerimento sia per l'acquisto che per la conservazione della cartamoneta.

Negli anni 80 il collezionismo di banconote è passato dalla cenerentola della numismatica ad un vero culto per molti appassionati, sono comparsi sul mercato nuovi testi e manuali con prezzi e gradi di rarità e sono purtroppo sempre di più i biglietti riparati in maniera più o meno abile che, malandrini commercianti o pseudo collezionisti/commerciati vendono o scambiano fra loro.

Il restaurare un biglietto non è in se una negatività, ma il cercare di vendere a prezzo maggiorato una conservazione bassa e spacciata per un gradino più alta non è producente per la numismatica.

Occorre servirsi da commercianti specializzati che nel cartellino descrittivo usano scrivere "biglietto stirato o biglietto restaurato"; guardare in controluce la banconota prima a occhio nudo e poi con una lente a 4 ingrandimenti, soffermandosi sui bordi, al centro e dove usualmente sono le pieghe, cioè il classico ripiego a 4 della banconota.

Molto importante è il tatto, quindi sentire con i polpastrelli la consistenza della carta e l'olfatto, poichè una banconota trattata ha un particolare odore, tipo quello dell'amido o appretto che si usa a casa per stirare le camicie.

Come nel collezionismo delle monete, anche per le banconote, la moda della conservazione elevata o massima a tutti i costi, a portato a prezzi in FDS decisamente impensabili fino a pochi anni fa; un esempio è la banconota da 1000 lire tipo "grande M" che in conservazione SPL si trovava negli anni 80 a 50.000 e in FDC a 120.000 per passare dopo 20 anni a 300.000 in SPL ed a oltre 900.000 in FDS.

Dalle su dette cifre si evince che la differenza di prezzo fra le due conservazioni ha premiato chi aveva cercato la massima conservazione; ciò nonostante consigliamo sempre una conservazione quasi massima ad un prezzo ragionevole piuttosto che strapagare per l'assoluto FDS. 

Come e cosa collezionare? Non è facile consigliare ma dalla nostra cinquantennale esperienza ci permettiamo di spendere qualche riga a proposito; la raccolta di banconote è bella, appagante alla vista e nei biglietti si posso vedere ricordi di gioventù o capire il momento politico-economico di quando erano in circolazione.

Quindi è importante scegliere un ben preciso paese ( meglio l'Italia) un circoscritto periodo e ci permettiamo di sconsigliare di fare tutte le date di emissione per ogni biglietto, le varianti, le serie sostitutive, gli errori di stampa. La tipologia è sempre stata la collezione più pagante sia in termini di minor spesa che di minor monotonia, poichè è bello mostrare ad amici e parenti quello che si colleziona, ma immaginate molte pagine nel vostro classificatore con lo stesso biglietto ( come immagine) ma solo con la data o l'errore o la serie sostitutiva, quale monotonia e che spesa.

Classificatori, si, sono gli album con pagine trasparenti in una plastica atossica dove si conservano le banconote; ce ne sono di vari tipi, dimensioni, neutri o calibrati specificatamente per il periodo che collezionate.

Non lesinate qualche € nell'acquisto e sceglieteli della massima qualità; importante è la dimensione: troppo piccolo non basterà e ne occorreranno altri, troppo grande non troverà posto nella vostra cassaforte o armadio.

Se avete optato per la collezione di carta moneta italiana i libri che consigliamo sono il "GAVELLO" Cartamoneta Italiana, circa 700 pagine con foto a colori e prezzi nelle tre principali conservazioni e il Catalogo Unificato della carta moneta Italiana "ALFA" oltre 180 pagine a colori con prezzi sempre nelle tre conservazioni. Se invece avete scelto un differente paese potete contare sul "PICK", due corposi volumi sulla cartamoneta mondiale, con migliaia di fotografie in scala in b/n.